L'elezione di Donald Trump per un secondo mandato ha implicazioni significative per i mercati e gli investitori, poiché si prospetta la continuazione di politiche che hanno segnato la sua presidenza precedente. I riflettori si spostano ora su come queste scelte influenzeranno le dinamiche di tassazione, tariffe commerciali e deregolamentazione. In tema di politiche fiscali, il secondo mandato potrebbe vedere l'estensione delle disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, con riduzioni delle imposte individuali e societarie, compresi possibili tagli alle tasse sui capital gains. Queste modifiche, tuttavia, comporterebbero un aumento dei deficit federali. I Repubblicani stanno inoltre considerando una riduzione dell'aliquota dell'imposta sulle società dal 21% al 15%, insieme al ripristino del bonus di ammortamento al 100%. Tali provvedimenti potrebbero sostenere i profitti societari e stimolare temporaneamente i mercati, anche se aumenterebbero sensibilmente il debito pubblico, che secondo le stime dell’Ufficio del Bilancio del Congresso potrebbe crescere di $7,75 trilioni nei prossimi dieci anni.
In tema di tariffe commerciali, Trump ha proposto di imporre una tariffa del 60% sui beni cinesi e una tariffa universale del 10%. Misure di questo tipo rischierebbero di frenare la crescita economica statunitense e di alimentare l’inflazione. Secondo Bloomberg Economics, l’impatto potrebbe tradursi in un incremento del 2,5% dell’inflazione e in una contrazione del PIL dello 0,5% nei due anni successivi all’imposizione di tali tariffe. Queste mosse richiedono attenzione da parte degli investitori, che potrebbero dover orientarsi verso settori difensivi come i beni di consumo primario, la sanità, le utilities e alcuni rivenditori con una minore esposizione alla produzione offshore.
La deregolamentazione rappresenta un altro aspetto chiave della nuova amministrazione Trump. Si prevede che la produzione di petrolio e gas naturale continuerà a beneficiare dell’alleggerimento dei vincoli regolatori, mentre nel settore finanziario la riduzione delle restrizioni potrebbe stimolare l’attività di fusioni e acquisizioni. L'allentamento normativo potrebbe anche favorire i settori farmaceutico e biotecnologico, facilitando le approvazioni di nuovi farmaci. La criptovaluta e la tecnologia blockchain potrebbero ottenere un trattamento favorevole, in linea con una politica meno stringente anche verso la tecnologia e l'intelligenza artificiale.
Al contrario, alcuni settori potrebbero essere penalizzati. L'energia pulita rischia di subire contraccolpi in caso di revoca dei crediti fiscali, mentre l'industria dei veicoli elettrici potrebbe vedere un calo del sostegno federale, frenando la crescita del settore. Tuttavia, alcuni ambiti – come lo sviluppo del settore dei semiconduttori e la sicurezza nazionale, inclusi la spesa per la difesa e la cybersecurity – dovrebbero continuare a ricevere sostegno bipartisan, alimentato dalle tensioni geopolitiche e dalla necessità strategica di ridurre la dipendenza da materiali critici esteri.
L’incertezza sulle politiche e le potenziali turbolenze a breve termine rendono cruciale mantenere un approccio di investimento orientato al lungo termine. Gli investitori dovrebbero prepararsi per possibili fluttuazioni di mercato e concentrarsi su strategie finanziarie di lungo periodo, incluse eventuali ottimizzazioni del portafoglio a fine anno e opportunità di investimenti fiscalmente efficienti.L'elezione di Donald Trump per un secondo mandato ha implicazioni significative per i mercati e gli investitori, poiché si prospetta la continuazione di politiche che hanno segnato la sua presidenza precedente. I riflettori si spostano ora su come queste scelte influenzeranno le dinamiche di tassazione, tariffe commerciali e deregolamentazione. In tema di politiche fiscali, il secondo mandato potrebbe vedere l'estensione delle disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, con riduzioni delle imposte individuali e societarie, compresi possibili tagli alle tasse sui capital gains. Queste modifiche, tuttavia, comporterebbero un aumento dei deficit federali. I Repubblicani stanno inoltre considerando una riduzione dell'aliquota dell'imposta sulle società dal 21% al 15%, insieme al ripristino del bonus di ammortamento al 100%. Tali provvedimenti potrebbero sostenere i profitti societari e stimolare temporaneamente i mercati, anche se aumenterebbero sensibilmente il debito pubblico, che secondo le stime dell’Ufficio del Bilancio del Congresso potrebbe crescere di $7,75 trilioni nei prossimi dieci anni.