Pensioni all'estero: quali sono i “paradisi fiscali” preferiti dai pensionati italiani?

  • December 11, 2024

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Sempre più pensionati italiani scelgono di trasferirsi all’estero una volta conclusa la vita lavorativa. Nel 2023, più di 4.300 persone hanno deciso di lasciare il Paese, portando il numero totale di pensioni pagate dall’Inps oltre confine a 311.000. Questa cifra rappresenta una spesa annuale superiore a 1,5 miliardi di euro e coinvolge circa 160 Paesi. Molti di questi trasferimenti sono motivati non solo dalla volontà di ricongiungersi con i familiari, ma anche dal desiderio di beneficiare di un regime fiscale più favorevole e di un costo della vita inferiore rispetto all’Italia, dove l’aliquota fiscale minima parte dal 23%.
Dopo il Portogallo, che ha gradualmente eliminato le agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri, la Spagna è diventata una delle destinazioni più ambite dagli italiani over 65. Qui l’aliquota minima è fissata al 9,5%, aumentando progressivamente fino al 22% in base al reddito. I pensionati tra i 65 e i 75 anni possono beneficiare di una detrazione d'imposta massima di 6.500 euro. Destinazioni come le Canarie, la Costa Blanca e la Costa del Sol sono particolarmente vantaggiose per chi percepisce assegni pensionistici modesti.
L’Albania rappresenta una meta estremamente vantaggiosa, con una totale esenzione fiscale per le pensioni provenienti dall’estero, applicabile agli ex lavoratori del settore privato. Lo stesso regime si applica anche in Slovacchia. In entrambi i Paesi, tuttavia, i pensionati del settore pubblico sono esclusi da queste agevolazioni, a meno che non acquisiscano la cittadinanza locale.
In Grecia, i pensionati stranieri possono beneficiare di un’aliquota fissa del 7% per i redditi provenienti dall’estero, applicabile per 15 anni. Anche in questo caso, però, i dipendenti pubblici non possono usufruire di questa agevolazione.
San Marino offre un regime fiscale vantaggioso per chi dispone di redditi elevati. L’aliquota è fissata al 6% per i pensionati provenienti dai Paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, per ottenere lo status di “residente atipico” è necessario avere un patrimonio mobiliare superiore a 500.000 euro o una pensione lorda annuale superiore a 120.000 euro.
A Malta, la tassazione per i pensionati stranieri è del 15%. Per usufruire di questa agevolazione è obbligatorio acquistare una proprietà a Malta o a Gozo, con un valore minimo di 275.000 euro sull’isola principale e di 220.000 euro a Gozo. In alternativa, è possibile affittare una casa con un canone minimo di 9.600 euro annui a Malta e di 8.750 euro a Gozo. A Cipro, i redditi pensionistici esteri sono tassati al 5% e i primi 3.420 euro sono esenti da tassazione.
In Bulgaria, circa 1.000 pensionati italiani godevano di un’aliquota del 5%, grazie a una convenzione bilaterale del 1988. Tuttavia, una recente reinterpretazione da parte dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate ha imposto il recupero delle imposte non versate. In Romania, la tassazione sui redditi da pensione esteri è del 16%. La Croazia è un’altra meta attraente: le pensioni fino a 2.300 euro al mese sono tassate al 12%, con un’aliquota massima del 18%, molto più bassa rispetto alla media del 30% applicata in Italia. In Africa, Paesi come la Tunisia e il Marocco offrono regimi fiscali estremamente vantaggiosi. In Tunisia, l’80% del reddito pensionistico è esentasse e si paga solo il 5% sul restante 20%. Questa agevolazione si applica anche ai dipendenti pubblici italiani, grazie a una convenzione internazionale in vigore dal 1981. La maggior parte delle pensioni pagate all’estero è destinata all’Europa (48%), seguita dall’America (38%) e dall’Australia (11%). Nel 2023, i pagamenti delle pensioni sono aumentati in diverse aree geografiche: +4,3% in Europa, +38% in America Centrale, +34,9% in Asia e +30,3% in Africa.
Sempre più pensionati scelgono quindi mete che combinano vantaggi fiscali e un costo della vita più basso, garantendo loro una migliore qualità della vita e una gestione più efficiente del reddito pensionistico.
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