Il Ministero del Lavoro della Repubblica Slovacca ha presentato una proposta di legge denominata "Lavoro al posto dei sussidi", attualmente in fase di consultazione pubblica. L'obiettivo principale della legge è riformare il sistema di erogazione dei sussidi di assistenza sociale, garantendo il sostegno solo a coloro che non sono in grado di lavorare per motivi oggettivi, come problemi di salute o altre difficoltà comprovate.
Secondo il ministro del lavoro Erik Tomáš, chi è in grado di lavorare ma rifiuta un'offerta di lavoro adeguata proposta dall'ufficio del lavoro perderà il diritto ai sussidi. In caso di rifiuti ripetuti, la revoca durerà tre mesi e il ciclo si ripeterà fino a quando l'interessato non accetterà un'offerta lavorativa.
La proposta prevede anche altre misure per rendere il sistema più equo e incentivare l'inserimento lavorativo. Tra queste, la concessione di contributi per i trasporti per chi deve spostarsi per lavorare e un sostegno graduale per i disoccupati con debiti soggetti a pignoramento, che potranno continuare a ricevere una percentuale del sussidio durante i primi mesi di lavoro.
La legge introduce inoltre strumenti per combattere le assenze ingiustificate dal lavoro o la violazione della disciplina lavorativa. Per favorire l'occupazione, il ministero prevede di collaborare con le amministrazioni locali e istituire programmi di lavoro comunitario, con incentivi economici legati alla partecipazione ad attività formative o di riqualificazione.
È stato anche annunciato un progetto pilota per creare nuovi posti di lavoro attraverso imprese sociali finanziate con fondi europei.
Un'attenzione particolare sarà rivolta anche all'educazione dei bambini, ampliando i sussidi per le famiglie i cui figli frequentano scuole materne, superiori o universitarie, andando oltre l'attuale limite della scuola dell'obbligo.
Infine, per migliorare la comunicazione e l'inclusione, saranno introdotti assistenti rom, che aiuteranno i membri delle comunità rom a comprendere le normative e ad accedere ai servizi disponibili.
Secondo il ministro, queste misure sono necessarie per rompere il circolo vizioso della dipendenza dai sussidi e favorire l'integrazione sociale e lavorativa delle persone disoccupate, promuovendo così una maggiore equità sociale e un contributo alla crescita economica del Paese.
Secondo il ministro del lavoro Erik Tomáš, chi è in grado di lavorare ma rifiuta un'offerta di lavoro adeguata proposta dall'ufficio del lavoro perderà il diritto ai sussidi. In caso di rifiuti ripetuti, la revoca durerà tre mesi e il ciclo si ripeterà fino a quando l'interessato non accetterà un'offerta lavorativa.
La proposta prevede anche altre misure per rendere il sistema più equo e incentivare l'inserimento lavorativo. Tra queste, la concessione di contributi per i trasporti per chi deve spostarsi per lavorare e un sostegno graduale per i disoccupati con debiti soggetti a pignoramento, che potranno continuare a ricevere una percentuale del sussidio durante i primi mesi di lavoro.
La legge introduce inoltre strumenti per combattere le assenze ingiustificate dal lavoro o la violazione della disciplina lavorativa. Per favorire l'occupazione, il ministero prevede di collaborare con le amministrazioni locali e istituire programmi di lavoro comunitario, con incentivi economici legati alla partecipazione ad attività formative o di riqualificazione.
È stato anche annunciato un progetto pilota per creare nuovi posti di lavoro attraverso imprese sociali finanziate con fondi europei.
Un'attenzione particolare sarà rivolta anche all'educazione dei bambini, ampliando i sussidi per le famiglie i cui figli frequentano scuole materne, superiori o universitarie, andando oltre l'attuale limite della scuola dell'obbligo.
Infine, per migliorare la comunicazione e l'inclusione, saranno introdotti assistenti rom, che aiuteranno i membri delle comunità rom a comprendere le normative e ad accedere ai servizi disponibili.
Secondo il ministro, queste misure sono necessarie per rompere il circolo vizioso della dipendenza dai sussidi e favorire l'integrazione sociale e lavorativa delle persone disoccupate, promuovendo così una maggiore equità sociale e un contributo alla crescita economica del Paese.