La Germania si trova ad affrontare un significativo aumento delle insolvenze aziendali nel 2025, con una crescita stimata tra il 25% e il 30% rispetto all'anno precedente. Questo aumento porta il livello di fallimenti a numeri mai visti dalla crisi finanziaria globale del 2008. Secondo un’analisi di Falkensteg, società di consulenza per la ristrutturazione, e dati riportati da Handelsblatt, il problema riguarda principalmente settori chiave come l’automotive, l’ingegneria meccanica, le costruzioni e la sanità, che stanno attraversando una crisi profonda. Nel 2024, 364 grandi aziende con ricavi superiori a 10 milioni di euro hanno dichiarato fallimento, segnando un incremento del 30% rispetto al 2023. Questo dato contrasta nettamente con il 2020, primo anno della pandemia, quando le insolvenze registrate furono 292. Steffen Müller, capo della ricerca sulle insolvenze presso l'Istituto Leibniz di Halle, ha sottolineato come il numero di fallimenti mensili sia tornato ai livelli del 2009, con circa 1.400 casi mensili. Il settore dell’automotive è quello maggiormente colpito, rappresentando un sesto dei grandi fallimenti nel 2024. La transizione verso i veicoli elettrici, il calo della produzione automobilistica e una domanda più debole in mercati cruciali come la Cina hanno evidenziato debolezze strutturali nel settore. Esperti come Dirk Andres, amministratore giudiziario a Düsseldorf, hanno criticato la mancanza di innovazione e il crescente peso della concorrenza internazionale.
Anche l’ingegneria meccanica ha subito un forte impatto, con un aumento del 33% delle insolvenze. Aziende leader come Manz e Illig, nonostante la loro posizione di rilievo nel mercato globale, sono state messe in difficoltà dalla riduzione della domanda e dai costi di produzione elevati. Questo ha portato a licenziamenti massicci, come nel caso di Illig, che ha ridotto il personale quasi del 50%.
Il settore delle costruzioni ha registrato un incremento del 53% dei fallimenti. L’aumento dei costi e dei tassi d’interesse ha causato un drastico calo delle nuove costruzioni, con solo 220.000 appartamenti previsti per il 2025, ben al di sotto dell’obiettivo governativo di 400.000 unità. La sanità, infine, continua a soffrire per carenze di personale e costi crescenti, con 23 grandi fallimenti registrati nel 2024 e un numero crescente di ospedali che prevedono bilanci negativi.
I dati indicano un quadro economico complesso, con il numero totale delle insolvenze che ha superato quota 20.000 nel 2024. L’indice Ifo sull’occupazione ha toccato il livello più basso dal 2020, segnalando diffusi tagli al personale e congelamenti delle assunzioni in diversi settori. Klaus Wohlrabe, responsabile delle indagini dell’Ifo, ha evidenziato che sempre più aziende stanno riducendo il personale, mentre diminuisce il numero di quelle che cercano di assumere.
Anche l’ingegneria meccanica ha subito un forte impatto, con un aumento del 33% delle insolvenze. Aziende leader come Manz e Illig, nonostante la loro posizione di rilievo nel mercato globale, sono state messe in difficoltà dalla riduzione della domanda e dai costi di produzione elevati. Questo ha portato a licenziamenti massicci, come nel caso di Illig, che ha ridotto il personale quasi del 50%.
Il settore delle costruzioni ha registrato un incremento del 53% dei fallimenti. L’aumento dei costi e dei tassi d’interesse ha causato un drastico calo delle nuove costruzioni, con solo 220.000 appartamenti previsti per il 2025, ben al di sotto dell’obiettivo governativo di 400.000 unità. La sanità, infine, continua a soffrire per carenze di personale e costi crescenti, con 23 grandi fallimenti registrati nel 2024 e un numero crescente di ospedali che prevedono bilanci negativi.
I dati indicano un quadro economico complesso, con il numero totale delle insolvenze che ha superato quota 20.000 nel 2024. L’indice Ifo sull’occupazione ha toccato il livello più basso dal 2020, segnalando diffusi tagli al personale e congelamenti delle assunzioni in diversi settori. Klaus Wohlrabe, responsabile delle indagini dell’Ifo, ha evidenziato che sempre più aziende stanno riducendo il personale, mentre diminuisce il numero di quelle che cercano di assumere.