Tassa sulle transazioni finanziarie: un imprenditore su dieci valuta di chiudere l’attività

  • March 24, 2025

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L’introduzione della cosiddetta “transakčná daň, la tassa sulle transazioni finanziarie che entrerà in vigore in Slovacchia ad aprile 2025, sta creando forti preoccupazioni tra le piccole e medie imprese. Secondo un’indagine condotta dalla società Mojesidlo.sk, circa un imprenditore su dieci starebbe considerando di cessare completamente la propria attività a causa di questa nuova imposta. Un ulteriore 20% valuta l’ipotesi in base all’evoluzione della situazione. Oltre all’onere fiscale in sé, i principali timori riguardano l’aumento degli adempimenti amministrativi e dei costi indiretti. Più di un terzo degli intervistati ha dichiarato che continuerà a operare, ma sarà costretto a rivedere profondamente il proprio modello di business. Solo un terzo circa (33,2%) esclude qualsiasi cambiamento o interruzione dell’attività. La maggior parte degli imprenditori stima che il costo annuale della nuova tassa sarà compreso tra 200 e 500 euro. Il 16% prevede spese fino a 1000 euro, mentre il 14,5% si aspetta un impatto fino a 5000 euro. Circa il 16,5% non è ancora in grado di stimare l’ammontare complessivo. Per contenere i costi, sei aziende su dieci si preparano a tagliare le spese. Le aree più colpite saranno lo sviluppo aziendale (21,4%), i salari e i bonus (14%) e l’organico (12,2%). Anche il marketing (8,4%) e i benefit per i dipendenti (7%) subiranno riduzioni. Un dato interessante è che il 70% degli imprenditori ha deciso di ridurre i costi fissi tramite l’apertura di una sede virtuale. Nonostante le critiche, il 40% degli intervistati afferma di comprendere le finalità della tassa, mentre il 15% dichiara di non capirne affatto il funzionamento. La tassa rientra nel pacchetto di misure fiscali approvato a gennaio per consolidare i conti pubblici, anche se il 69% delle imprese giudica l’intero piano eccessivamente oneroso e poco utile. Solo il 4,2% esprime pieno sostegno. L’impatto della nuova tassa è tale che quasi il 40% delle PMI e dei lavoratori autonomi sta valutando modifiche nella propria struttura aziendale. Il 14,1% è già alla ricerca di soluzioni alternative, compresi scenari di rilocalizzazione all’estero, mentre il 24,9% sta iniziando a considerare questa possibilità. Secondo Lukáš Adamec di Mojesidlo.sk, si tratta di un chiaro segnale di allarme per l’attrattività del contesto imprenditoriale slovacco. Anche se delocalizzare non è una scelta adatta a tutti, l’interesse verso soluzioni oltreconfine dimostra che molti imprenditori stanno seriamente cercando modi per attenuare gli effetti negativi della nuova normativa.

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