Bruxelles apre un’indagine sui sussidi cinesi per l’impianto BYD in Ungheria. Budapest: “Non siamo stati informati”

  • April 1, 2025

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La Commissione Europea ha avviato un’indagine preliminare sull’impianto BYD in costruzione a Szeged, in Ungheria, per verificare se i sussidi concessi dal governo cinese al colosso dell’auto elettrica costituiscano una forma di concorrenza sleale. La notizia, diffusa dal Financial Times, arriva mentre l’Unione Europea rafforza il controllo sugli investimenti esteri nei settori strategici, in particolare nell’ambito della transizione energetica e della mobilità elettrica. Il progetto BYD in Ungheria, del valore di circa 5 miliardi di euro, è uno dei più grandi investimenti industriali nella storia del Paese e prevede la creazione di 8.000–10.000 posti di lavoro. La sua portata ha attirato l’attenzione di diverse istituzioni europee, soprattutto alla luce dell’importanza crescente della produzione di veicoli elettrici e batterie in Europa. L’indagine si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle relazioni economiche tra l’UE e la Cina, con l’obiettivo di evitare distorsioni del mercato interno europeo. Secondo le fonti citate dal Financial Times, l’iniziativa sarebbe legata anche a una crescente pressione da parte dell’industria automobilistica europea, in particolare tedesca, preoccupata per la rapida espansione dei produttori cinesi nel mercato continentale. Già lo scorso anno, alcuni eurodeputati avevano sollecitato la Commissione a monitorare attentamente la strategia di espansione di BYD e ad assicurarsi che eventuali dazi anti-sussidi non potessero essere aggirati trasferendo la produzione all’interno dell’Unione. Il governo ungherese ha espresso sorpresa per la mancanza di una comunicazione ufficiale da parte della Commissione. Il ministro per gli Affari Europei, János Bóka, ha confermato che Budapest non è stata formalmente informata dell’indagine, pur riconoscendo che Bruxelles ha intensificato i controlli sugli investimenti extra-UE. Bóka ha ribadito che l’Ungheria si considera parte integrante del mercato unico e che gli investimenti sul proprio territorio rispettano le normative europee.

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