Dopo sei anni di indagini, prosciolti i manager italiani di Slovenské elektrárne

  • October 13, 2025

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Dopo oltre sei anni di inchiesta, il procuratore slovacco ha stabilito che il fatto contestato ai due ex dirigenti italiani di Slovenské elektrárne non costituisce reato. La decisione si basa anche su una recente modifica introdotta dal governo al Codice penale. L’indagine risaliva all’aprile 2019, quando una ventina di agenti dell’allora NAKA attesero all’aeroporto di Bratislava l’ex top manager nominato dal gruppo Enel, appena rientrato da Milano, per arrestarlo insieme a un altro dirigente italiano. Entrambi erano accusati di negligenza nella gestione del patrimonio altrui, per aver firmato un contratto considerato svantaggioso con un’impresa che eseguiva rivestimenti speciali nella centrale nucleare di Mochovce. La polizia aveva inizialmente stimato un danno di 22 milioni di euro e, secondo la normativa allora vigente, i due rischiavano fino a 15 anni di reclusione. Oggi, tuttavia, il procuratore ha disposto l’archiviazione del procedimento, affermando che “il fatto non costituisce reato”, come riportato nel decreto di sospensione pubblicato sul sito della Procura generale.
 

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